1995: a Rovigo il caso emblematico di un parcheggio interrato. Uno scavo mal gestito e, soprattutto, male impermeabilizzato ha continuato a causare gravi lesioni ad un complesso di edifici storici

Ancora dopo mesi dal termine dei lavori, uno scavo mal gestito e, soprattutto, male impermeabilizzato ha continuato a causare gravi lesioni ad un complesso di edifici storici presenti nell’area.

Nei mesi scorsi sono stato incaricato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Verona di redigere una perizia di parte per una causa che coinvolgeva la valutazione degli effetti degli scavi in falda. La causa verteva sui danni strutturali subiti da alcuni monumenti della città di Rovigo, danni che venivano imputati ad uno scavo effettuato nelle loro vicinanze per creare un parcheggio sotterraneo. I sopralluoghi hanno, in effetti, evidenziato che la chiesa della Rotonda, la chiesa di San Francesco, la relativa Canonica e la chiesa del Cristo hanno manifestato alcuni significativi cedimenti strutturali, verificatisi nel breve lasso di tempo di alcuni mesi. Le testimonianze riferiscono che il quadro fessurativo si è formato ed aggravato in concomitanza con i lavori di scavo e di emungimento d’acqua nell’adiacente cantiere tra il 1994 ed 1995.

Malgrado la notevole distanza tra i monumenti ed il cantiere, che in alcuni casi superava i 100 m, i cedimenti non omogenei del terreno di fondazione hanno provocato rotture e distacchi nei punti meno resistenti, che, oltre a rappresentare di per sé un rischio di collasso, comportano una notevole diminuzione del grado di sicurezza di assieme dell’edificio, che, come sempre avviene negli edifici storici in muratura, è affidato prevalentemente alla monoliticità dell’assieme ed al fatto che le varie murature si possano aiutare mutuamente. La presenza di giunti, fessure e separazioni impedisce questa forma di funzionamento e porta ad un forte incremento del rischio. Oltre ai monumenti, anche parte del tessuto del centro storico di Rovigo, in adiacenza al citato cantiere, ha subito lesioni di varia gravità, in edifici in cui i cedimenti sono proseguiti ben oltre la chiusura dello scavo. Una volta riscontrato il danno, si rendeva perciò necessario comprendere se e come lo scavo del parcheggio interrato avesse potuto causare i danni rilevati.

A dire il vero, l’analisi degli elaborati progettuali e la verifica delle parti realizzate sembrano avvallare, già da sole, la tesi che indicava lo scavo come responsabile dei fatti. Il progetto, infatti, prevedeva originariamente una profondità dei diaframmi di 15 metri, cosa che avrebbe consentito di intercettare due strati argillosi impermeabili, l’adozione di tiranti con lo scopo di vincolare in sommità i pannelli di diaframma, nonché l’esecuzione di un “tappo impermeabilizzante” di fondo realizzato mediante la tecnica del jet-grouting. In realtà, in corso d’opera sono state apportate alcune modifiche sostanziali al progetto che hanno previsto, tra le altre cose, di limitare i diaframmi ad una profondità di soli 10,8 m., sufficiente appena ad intestarsi nel primo strato argilloso, senza neanche attraversarlo completamente. I previsti tiranti, inoltre, sono stati sostituiti dallo stesso terreno a valle che formava una ripida scarpata a ridosso del diaframma e poi, in una seconda fase, da puntoni metallici semplicemente appoggiati ad un terreno poco trattato.

L’impermeabilizzazione del fondo, fortemente consigliabile per scavi in un ambiente come Rovigo dove la falda è particolarmente alta, è stata sostituita da un trattamento del terreno superficiale di fondo scavo, in cui si è impastato del cemento alla sabbia in situ, ottenendo una protezione solo superficiale, incapace di garantire una efficace impermeabilizzazione. E’ anche improbabile che il trattamento abbia potuto essere applicato sull’intera superficie di scavo quando era ancora presente una gran quantità di terreno posto “a scarpata”. Date queste premesse non stupisce che la “grande vasca” si sia riempita con sorprendente rapidità nel momento in cui i well-points, che avevano funzionato ininterrottamente per mesi per tenere basso il livello dell’acqua, sono stati spenti. Si è allora reso necessario emungere acqua dallo scavo, creando effetti locali di scavernamento in prossimità dei diaframmi e cedimenti del terreno nelle zone prossime al cantiere.

Una “mezza” soluzione non serve

Nella zona della rampa di accesso ai box, i pannelli hanno una profondità inferiore ai 10,80 m. La giustificazione addotta per questa scelta progettuale è stata che, proprio in quell’area, vi era un grosso canale fognario interrato. Questo, però, avrebbe dovuto suggerire un intervento di impermeabilizzazione tale da impedire l’enorme quantità di acqua che attraverso quel varco avrebbe potuto, come del resto è successo, entrare nel perimetro dei diaframmi. Ciò dimostra quanto sia inutile, ed anzi in taluni casi dannoso, cintare con un perimetro di diaframmi impermeabilizzanti una zona interna, lasciando un varco di grandi dimensioni su uno dei lati.

La più sofisticata strumentazione è stata sviluppata a Milano

Una tecnica sviluppata e brevettata recentemente all’interno del Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Milano, denominata “Permanent Scatters Technique”, ha fornito lo strumento per misurare, oggi nel 2002, i movimenti anomali del terreno avvenuti a partire dal 1992, comprendendo così nell’analisi sia il periodo storico che l’area geografica in cui sono stati effettuati gli scavi e gli emungimenti. Una tecnologia tutta italiana, messa a punto a seguito di 15 anni di ricerca nel campo dell’interferometria, di assoluta avanguardia nel panorama internazionale .

Si tratta di un miglioramento sostanziale e ben collaudato delle tecniche classiche di interferometria satellitare SAR, che consentono la lettura ed un confronto di grande precisione tra immagini radar, acquisite via satellite negli ultimi 10 anni con cadenza mensile. Scopo dei sistemi radar satellitari è fornire immagini elettromagnetiche della superficie terrestre, con due vantaggi rispetto ai più noti sistemi ottici: il primo,in virtù delle frequenze utilizzate, è la possibilità di osservazione continua del territorio sia di giorno che di notte, anche in presenza di copertura nuvolosa.

Il secondo vantaggio risiede nel fatto che le immagini SAR consentono di operare misure di deformazioni superficiali su vaste aree, anche centinaia di kmq, con precisione millimetrica e con elevata densità spaziale. Le informazioni ottenute da un’analisi PS possono essere utilizzate per diversi fini, in genere legati alla zonazione del territorio, e per impieghi quali l’individuazione di aree soggette a subsidenza (a causa di prelievi d’acqua, gas o idrocarburi), a fenomeni franosi e di instabilità di versante, il monitoraggio di zone vulcaniche, l’analisi di stabilità dei fabbricati, dei beni architettonici e degli edifici pubblici, delle zone adiacenti ad impianti sensibili (dighe, centrali, ecc.). Si tratta di uno strumento di monitoraggio senza eguali nella letteratura scientifica per accuratezza (2-3 mm), densità spaziale di punti di misura e competitività economica. Nel caso specifico, il confronto fra le immagini radar, realizzato in un numero notevole di punti (145 per la precisione), relativo a tutta la città di Rovigo ed in particolare alla zona attorno allo scavo del parcheggio interrato, ha fornito risultati diagnostici inconfutabili.

Le cause dei cedimenti degli edifici intorno…

Ad avvalorare la tesi che sia stato proprio l’indotto e prolungato abbassamento della falda freatica della città, dovuta alle operazioni di cantiere, a modificare gli equilibri idrogeologici della zona vi sono due fatti. Il primo è che gli edifici, anche lontani oltre 100 metri dalla zona di scavo, hanno presentato cedimenti e conseguenti lesioni proprio nello stesso periodo di forte emungimento dell’acqua. Il secondo è costituito dalle misurazioni effettuate dal comune di Rovigo che indicano quantità molto rilevanti di acqua emunta giornalmente dallo scavo e trasferita in fognatura. Vengono indicate quantità attorno agli 800-1000 mc al giorno. Riassumendo, il contenuto della sentenza a fine processo conferma che nella progettazione e realizzazione di questo progetto non si sono tenuti in conto due importanti fatti: che i diaframmi non sono stati tutti spinti alla stessa profondità, ma esiste un ampio varco nel perimetro impermeabile e che l’intero scavo è ubicato all’interno di una zona di terreno permeabile e poco addensato che interessa una ampia zona di Rovigo, costituito da un “paleoalveo”.

Entrambi questi fatti hanno causato un quantitativo di acqua da emungere molto superiore al previsto, con conseguente forte abbassamento della falda, oltre ad una estensione geometrica della zona interessata molto maggiore del previsto. Inoltre, una serie numerosa di circostanze e scelte ha portato ad un progetto dei lavori prima ed una realizzazione poi che si sono rivelate inadeguate e che hanno obiettivamente causato fessure, danni, crolli locali e pericolo di crollo globale e, comunque, una rilevante riduzione della sicurezza nei confronti di successivi, possibili e probabili eventi statici, in numerosi edifici circostanti ed in alcuni edifici anche lontani, ma caratterizzati da grande estensione geometrica e tipologia di materiali che li rendevano vulnerabili ai cedimenti differenziali.

Le indagini a posteriori, eseguite mediante interferometria satellitare sulla “storia dei cedimenti”, hanno evidenziato, al di là di ogni dubbio, un rapporto stretto di causalità, sia nel tempo che nello spazio, tra lo scavo (e relativo emungimento d’acqua) ed i cedimenti misurati nel terreno, cui conseguono i danni sulle strutture. Per trarre delle conclusioni, va ricordato che le operazioni eseguite nel terreno presentano sempre una componente di rischio intrinseca, legata al fatto che “non si sa bene cosa c’è sotto”. Ciò comporta la necessità di indagini preliminari rivolte a rendere minimo il rischio e comporta anche, necessariamente, l’adozione di coefficienti di sicurezza adeguati, tanto maggiori quanto maggiore è l’ignoranza dei luoghi, l’entità dei lavori, la vulnerabilità del territorio.

Articolo tratto da http://www.impermeabilita.it/index.php

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